TERAMO – (jacopodifrancesco) In certi momenti, la ragion di Stato costringe a scendere a compromessi. È ciò che ha valutato Luciano Campitelli chiamando a raccolta stamattina la stampa teramana per chiarire alcuni punti fondamentali venuti a galla nelle ultime settimane.
Chiedo scusa «Questo intervento – ha dichiarato il presidente nel suo discorso – non era più rimandabile. Il calcio è strano, spesso dei centimetri possono cambiare una stagione, e chiedo scusa ai tifosi per un’annata nata male, oltre che per i gravi errori degli ultimi due anni».
«Nei primi anni – ha proseguito – abbiamo fatto una programmazione seria, ma per tornare subito a sognare ho preso solo calciatori, pensando solo all’immediato. Io comunque non mollo, retrocedere sarebbe un peccato mortale, ma non mollerò, anche se mi converebbe: quelli veri si vedono alla fine, e io voglio almeno tornare a sognare».
Attacco alla "frangia" Nel corso della conferenza i toni sono andati alzandosi, fino ad un attacco specifico: «Quando sono arrivato – ha proseguito Campitelli -, tra i tifosi c’era umiltà. Ora si parla troppo e male, serve rispetto soprattutto verso i calciatori, non accetto l’intimidazione: persone e relative famiglie vanno rispettate sempre e comunque. Sappiate che io sono il primo tifoso e il primo a rimetterci quando va male, abbiamo il sesto budget del girone, spesso il silenzio è una grande dote».
«Ad oggi – ha chiuso il patron – sono concentrato sulla salvezza, abbiamo bisogno di cattiveria dai nostri giocatori e di uno stadio caloroso. Penso che abbiamo un 50% di possibilità di salvarci, e il calcio, in una città che sta perdendo tutto sarebbe una miccia importante. C’è bisogno di tutti per questa salvezza».